ROMA – La lomitapide (un inibitore della proteina di trasferimento microsomiale dei trigliceridi) è un trattamento aggiuntivo per l’ipercolesterolemia familiare omozigote, una rara malattia genetica caratterizzata da elevati livelli di lipoproteine a bassa densità (LDL-C, il colesterolo “cattivo”), e aterosclerosi grave, accelerata e prematura. Lo standard di cura per l’ipercolesterolemia familiare omozigote comprende farmaci ipolipemizzanti e aferesi delle lipoproteine.

Un’analisi post-hoc pubblicata su Atherosclerosis è stata condotta utilizzando i dati di uno studio di Fase III, per valutare se l’aferesi concomitante potesse influenzare l’efficacia ipolipemizzante della lomitapide. La ricerca ha coinvolto centri italiani, americani, canadesi e sudafricani. La terapia ipolipemizzante esistente, tra cui l’aferesi, doveva rimanere stabile dalla settimana -6 alla settimana 26. Le dosi di lomitapide sono state intensificate, sulla base della sicurezza e tollerabilità individuale, da 5 mg a 60 mg al giorno (al massimo).

Leggi la notizia completa su Osservatorio Malattie Rare.


Il sito www.associazioneanif.it è a cura di Osservatorio Malattie Rare.
Per eventuali problemi o segnalazioni inviare una e-mail all'indirizzo francescofuggetta@hotmail.com.


Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento Maggiori informazioni