BALTIMORA (U.S.A.) – L’ipercolesterolemia familiare, malattia caratterizzata da livelli di colesterolo delle lipoproteine a bassa densità congenitamente elevati, secondo le stime interessa 20 milioni di persone in tutto il mondo. Nei pazienti con tipologia eterozigote, la coronaropatia si manifesta in circa metà degli uomini entro i 50 anni e in un terzo delle donne entro i 60 anni, mentre i pazienti omozigoti spesso soffrono di eventi coronarici già dalla prima o seconda decade di vita.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Current Atherosclerosis Reports ha riassunto le raccomandazioni internazionali di consenso per la gestione di adulti e bambini. La diagnosi precoce e un trattamento aggressivo sono di primaria importanza; tuttavia, in molti pazienti, la malattia non viene diagnosticata o adeguatamente trattata. Nella cura dell’ipercolesterolemia familiare vi è la possibilità di grandi miglioramenti nella rilevazione, la diagnosi e la gestione dei bambini e degli adulti, al fine di rallentare la progressione dell’aterosclerosi e ridurre il rischio di malattia cardiovascolare.

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