ROMA – “Il 21% dei bambini – ha affermato, durante il 9th LIPIDCLUB “Updating in Apheresis and Atherosclerosis Research” tenutosi a Roma, la Prof.ssa Ornella Guardamagna, della pediatria dell’Università di Torino, tra le maggiori esperte in Italia della patologia – può essere affetto da malattie coronariche dalla prima decade di vita. Ovviamente ci sono molti cambiamenti in corso durante l’età in cui i bambini giungono alle cliniche lipidiche, vicino alla pubertà o appena dopo”.
“In ogni caso i bambini che mostrano livelli che eccedono 3.5 mmol, 130 mg/dl e hanno tendenze ereditarie hanno un 98% di possibilità di essere affetti da ipercolesterolemia eterozigote. Consideriamo la storia familiare molto importante, visto che l’FH è ereditaria, e se un genitore ne è affetto, c’è una grande possibilità che lo sia anche il bambino, e in più se due eterozigoti si combinano, c’è la possibilità che il bambino risulti omozigote”. Che fare dunque nel caso in cui il bambino presenti iperlipidemia? Sottoporlo a screening e controlli medici periodici sin dall’infanzia.
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