ROMA – Le Linee Guida della Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi (SISA), recentemente pubblicate, tra gli altri aspetti hanno sollevato l’importante domanda di come valutare il livello di rischio di malattia coronarica nei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare (FH), al fine di scegliere la migliore terapia possibile. I sistemi di calcolo che vengono comunemente usati per il rischio cardiovascolare, come lo SCORE, usato in Europa, il Framingham Risk Score americano o le Carte italiane del progetto Cuore, non possono essere utilizzati in questo caso perché i pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare sono esposti fin dall’infanzia a livelli elevati di colesterolo.

Inoltre in questa malattia numerosi altri fattori contribuiscono all’età di insorgenza e alla gravità dei danni cardiovascolari, oltre ai ben noti fumo, ipertensione e diabete, anche i livelli di lipoproteina A aumentano in maniera significativa il rischio di malattia cardiovascolare precoce. Per questo motivo è importante valutare il carico cumulativo di colesterolo, che, per una persona di 55 anni non affetta da ipercolesterolemia familiare è solitamente di 160 mmol ed è sufficiente a portare allo sviluppo di malattia coronarica.

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